NOI e la vereita!

 

 

I

 

Irina Matvienko

11 tim  · 2022-06-10

SPECCHIO PER L'UMANITA

 

Leggere le cronache occidentali sulla guerra in Ucraina non è soltanto immergersi in un inestricabile dedalo di menzogne e di pure invenzioni, è sostanzialmente un’antologia della stupidità occidentale, di cui quella europea è una sottospecie ancora più pericolosa: l’idiozia dell’occidente consiste nel credere alle sue stesse favole, ovvero alla propria onnipotenza che hanno impedito di comprendere il ruolo economico della Russia , mentre quella europea ci aggiunge anche l’aver entusiasticamente aderito a questo errore senza comprenderne le conseguenze e senza capire di stare offrendo il petto alle folli distopie di Washington che vorrebbe mantenere il dominio assoluto sul mondo. Ovvero qualcosa contro cui dovrebbe essere la stessa Europa se non fosse stata sottoposta a una massiccia iniezione di quinte colonne, rese possibili anche dai meccanismi della Ue che non hanno alcun rapporto col consenso dei cittadini. Scrive Wolfgang Münchau,, ex editorialista del Financial Times e uno degli analisti economici più quotati: “Le sanzioni occidentali si basavano su una premessa formalmente corretta ma fuorviante, che io stesso credevo almeno fino a un certo punto: che la Russia dipende più da noi di quanto lo siamo noi dalla Russia. La Russia ha più grano di quanto può mangiare e più petrolio di quanto può bruciare. La Russia è un fornitore di materie prime primarie e secondarie, da cui il mondo è diventato dipendente. Petrolio e gas sono le maggiori fonti di entrate delle esportazioni russe, ma la nostra dipendenza è più acuta in altri settori: cibo, metalli rari e terre rare. La Russia non è un monopolista in nessuna di queste categorie. Ma quando i maggiori esportatori di tali merci scompaiono, il resto del mondo sperimenta carenze fisiche e prezzi in aumento”

Come è possibile che decine di governi, a parte Bruxelles non ci abbiano pensato o che comunque non abbiamo letto le previsioni e gli scenari che erano disponibili? Forse pensavano che sarebbe stato sufficiente demonizzare Putin per una settimana e ottenerne la resa? a questi sciocchi Münchau suggerisce una soluzione che tuttavia rimane rimane di fatto impraticabile: egli dice che è inutile chiudere la porta della stalla nel momento in cui i buoi sono scappati, ma bisognerebbe offrire qualcosa per indurli a tornare: “A meno che non raggiungiamo un accordo con Putin, con la rimozione delle sanzioni, vedo il pericolo che il mondo diventi soggetto a due blocchi commerciali: l’Occidente e il resto. Le catene di approvvigionamento saranno riorganizzate per rimanere al loro interno: l’energia, il grano, i metalli e le terre rare della Russia saranno ancora consumati, ma non qui. Non sono sicuro che l’Occidente sia pronto ad affrontare le conseguenze delle sue azioni: inflazione persistente, riduzione della produzione industriale, crescita più bassa e maggiore disoccupazione. Per me, le sanzioni economiche sembrano l’ultimo evviva di un concetto disfunzionale noto come l’Occidente. La guerra in Ucraina è un catalizzatore di una massiccia deglobalizzazione” Però chi dovrebbe e potrebbe proporre un qualche accordo per evitare il suicidio europeo, visto che l’anglosfera è decisa a continuare la guerra? Evidentemente dopo aver scioccamente aderito alle distopie Usa, avendo tutte le possibilità di pervenire ad altri esiti, adesso è quasi impossibile raggiungere un accordo con Putin, specie dopo aver alimentato non solo un gigantesco flusso di armi, ma anche un miserabile russofobia i cui caratteri seguono da vicino l’ignoranza totale di cui fanno sfoggio le lobby politiche messe in piedi da Washington e concepite a sua immagine. Oltretutto il fato che il malvagio Putin non sia stato ancora sconfitto dall’invincibile occidente e stia letteralmente triturando un complesso militare messo in piedi in anni e anni di invio di armi e di costruzione di fortificazioni, ottiene l’effetto di unire alla demonizzazione anche un sempre maggiore senso di impotenza nei confronti del cattivo. Se tutto è colpa di Putin allora chi è davvero onnipotente è lui.

Il fatto è che si è andati troppo oltre e si continua ad alimentare la guerra perché un gruppo di idioti pensa che questo indebolirà la Russia, mentre in realtà la rafforza permettendo di mettere a punto nuovi sistema d’arma e di migliorare quelli esistenti, di accelerare la messa in linea di nuovi armamenti, di nuove tattiche. Tra un po’ all’inizio dell’autunno è probabile che Mosca tagli qualsiasi tipo di esportazione verso l’Europa e a quel punto la verità non potrà più essere controllata dall’informazione perché la carenza e il disagio economico diventeranno la realtà quotidiana. E a quel punto forse qualcuno comincerà a vedere che qui non si tratta affatto della guerra tra Russia e Ucraina e nemmeno della guerra per procura tra Russia e Nato, ma di una sorta di guerra civile planetaria, dove si confrontano magmaticamente entità economiche, grandi nazioni, visioni differenti della vita sociale. Che forse anche noi come gli ucraini siamo in qualche modo carne da cannone è che il malvagio Putin lo è molto meno del tuo presidente del consiglio.

 

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II

 

Irina Matvienko

2022-06-17

IL NUOVO G8 CHE NASCE A SAN PIETROBURGO.

Probabilmente non c’è nulla che possa sconcertare l’occidente più di un congresso economico che si svolge ad di fuori di esso e dei suoi tentacoli nella convinzione che l’economia è da sempre e per sempre “Cosa nostra”. Ecco perché i media mainstream occidentali, salvo pochissime eccezioni, non parlano del forum economico di San Pietroburgo in pieno svolgimento o ne parlano male con tutta la infinita banalità e stupidità di cui sono capaci. Ma vi partecipano Paesi che rappresentano la maggioranza dell’ecumene umano e della manifattura planetaria. Tanto che Il relatore della Duma, Vyacheslav Volodin, ha definito il mondo multipolare emergente il nuovo G8 che riunisce i paesi “che desiderano costruire un dialogo equo e relazioni reciprocamente vantaggiose” e che sono stati spinti dal comportamento degli Stati Uniti a cercare di approfondire le relazioni tra di loro. Inutile dire che questo nuovo G8 rappresenta un pil a parità di acquisto del 24 per cento superiore a quello del G7 occidentale: una differenza che si va approfondendo man mano che l’impero si avvicina all’orlo del collasso.

Ma la forza vera di questo nuovo mondo è stato definito da Sergei Fedorov:, membro dell’accademia russa delle scienze in questo modo: “Il nuovo G8 “non impone nulla a nessuno, ma cerca di trovare soluzioni comuni”. Così Russia, Cina e India, con Indonesia, Iran, Messico e Turchia. assieme ad altri Paesi che hanno chiesto di aggregarsi come l’Argentina cercheranno di agire in armonia, invece che sotto il ricatto continuo e la dittatura di Fmi e Banca mondiale come avviene da quasi mezzo secolo a questa parte, un sistema che sta diventando intollerabile. La creazione del nuovo G8 e la sua intersezione con Brics porterà Pechino a potenziare quella che è già stata concettualizzata da Cheng Yawen, dell’Istituto di relazioni internazionali dell’università di Shanghai come la strategia dei Tre Anelli che dovrebbe consentire alla Cina di opporsi alla guerra commerciale scatenata contro di essa dall’impero delle menzogne, Il primo anello è costituito dai paesi vicini alla Cina in Asia orientale, Asia centrale e Medio Oriente; il secondo dai paesi in via di sviluppo in Asia, Africa e America Latina e il terzo si estende ai tradizionali paesi industrializzati, principalmente all’ Europa e agli stessi Stati Uniti. Nella sostanza si tratta di creare una profonda integrazione con il cosiddetto Sud del mondo che tuttavia dal 1980 ad ogi ha praticamente raddoppiato il suo pil dal 21 al 42 per cento del totale. Eppure gli attuali flussi commerciali e gli investimenti reciproci dei paesi in via di sviluppo dipendono ancora fortemente dalle istituzioni e dalle reti finanziarie e monetarie controllate dall’Occidente. Per spezzare la loro dipendenza dall’Occidente e rafforzare ulteriormente l’autonomia economica e politica, dovrebbero essere costruiti una più ampia cooperazione finanziaria e monetaria e nuovi strumenti di collaborazione.

E’ fin troppo chiaro che gli Usa non staranno a guardare e cercheranno di mettere in ogni modo i bastoni tra le ruote alla Cina spalleggiata dalla Russia, nonostante il tentativo di suturare la via della seta con le guerre in Libia, Sira, Afghanistan, Jugoslavia e Iraq, ed è per questo che il “nuovo G8” diventerà essenziale come fermo per questo anelli. Intanto per stabilizzare gli “stan” dell’Asia centrale, cosa che interessa anche alla Russia, per farne delle tappe della via della seta via terra. E in questo quadro si va già costruendo un gasdotto Cina – Asia centrale che collegherà i giacimenti di gas del Turkmenistan allo Xinjiang attraverso l’Uzbekistan, il Tagikistan e il Kirghizistan. Su questa stessa linea geografica si affiancherà una ferrovia ad alta capacità lunga più o meno 600 chilometri e facilmente collegabile con le linee russe. Tutto questo nell’ attuale scenario geopolitico dominato dalla guerra in Ucraina è come una bomba perché vi aggiunge il peso delle nuove logiche economiche. E non è forse un caso se proprio al forum di San Pietroburgo si è detto esplicitamente ciò che era implicito, ovvero che l’invio di armi al regime di Kiev costringerò Mosca a non fermarsi. vuoi cedere che mandare armi non significa pace come ha detto un volgare cretino nostrano, ma ancora più guerra?

IL SIMPLICISSIMUS

III

Irina Matvienko

Probabilmente il conflitto in Ucraina è quello dove l’informazione occidentale è riuscita a dare il meglio si sé e a superare il record di menzogna e stupidità raggiunto con la pandemia. Basti pensare che la quasi totalità dei giornali e delle televisioni occidentali sostiene che siano i russi – che l’hanno conquistata e la controllano -a bombardare la centrale nucleare di Zaporozhye. L’assurdo dei russi che bombardano se stessi è veramente l’apice della menzogna e della stupidità di chi da ancora credito alle più stravaganti bugie dimostrando che la credulità confina con la mala fede. Con la guerra ucraina Washington ovvero la cupola che vi comanda ha provveduto per tempo a immettere anche nel web un nutrito esercito di cazzari a pagamento che “controllano le notizie”- Facebook è in prima linea a cercare di fermare la “disinformazione” o meglio l’informazione vera, ma non allineata e così si appoggia ad alcune organizzazioni di controllori dei fatti: StopFake, VoxCheck, Fact Check Georgia, Demagog, Myth Detector, Lead Stories, Patikrinta 15min, Re:Baltica e Delfi: “per frenare la diffusione della disinformazione e fornire agli utenti informazioni più affidabili, stiamo lavorando con fact-checker indipendenti in tutto il mondo. I fact-checker indipendenti di Facebook sono tutti certificati dall’International Fact-Checking Network (Ifcn).

Immagino che siano proprio molto affidabili perché questa Ifcn è una sussidiaria dell’organizzazione di ricerca giornalistica “Poynter Institute” che viene finanziato dal famigerato National Endowment for Democracy ( Ned) che è uno dei principale strumenti con cui Washington e la Cia seminano il caos nel mondo. Per giunta tutte i gruppi di fact checker citatt sono tutti finanziati da organizzazioni che dipendono direttamente sia dal governo Usa oppure da entità riferibili alla Nato. In un certo senso il più noto, il più grande e il più combattiveo di questi gruppi che Facebook e altri social hanno scelto per il controllo delle notizie, ovvero Stop Fake è stato proprio istituito dall’alleanza Atlantica in maniera specifica per il controllo delle notizie dall’Ucraina all’indomani del 2014 per evitare che il regime di Kiev apparisse come apertamente nazista e xenofobo. Benché la pagina del sito non parli direttamente di questo appoggio rivela però quanto basta per screditarlo come strumento di informazione: infatti dice di lavorare grazie all’appoggio finanziario della Fondazione internazionale Rinascimento che per chi non lo sappia è una ong ucraina fondata nel 1990 come una costola della Open Society di Soros e viene in gran parte finanziata dal governo degli Stati Uniti attraverso il Ned: è stata uno dei canali attraverso cui è stato organizzato Maidan. Inoltre si rivela che contribuiscono anche l’Ambasciata del Regno Unito in Ucraina, il ministero degli esteri britannico, il Ministero degli Esteri ceco. Per non parlare di altro e non dilungarsi su una serie di ambigui personaggi che fanno parte della macchina di scena occidentale.

IV

Irina Matvienko

OLLE NARRATIVA: UCRAINA SENZA PIÙ ELETTRICITÀ "MA STA VICENDO...."

E adesso? Ieri la Russia con alcuni colpi ben assestati ha di fatto disattivato il sistema elettrico dell’Ucraina: i precedenti attacchi avevano limitato la capacità di distribuzione a circa il 50% della domanda e i blackout controllati avevano permesso di fornire energia elettrica per alcune ore alla maggior parte del Paese. L’attacco di ieri ha creato un problema molto più grande perché non sono state attaccate solo le reti di distribuzione, ma anche gli elementi che collegano gli impianti di produzione di energia elettrica dell’Ucraina alla rete di distribuzione. Tutte e quattro le centrali nucleari dell’Ucraina con i loro 15 reattori sono ora in modalità di spegnimento. Martedì, durante un briefing per i giornalisti, ancor prima dell’ultima raffica di missili ad alta precisione e droni , Volodymyr Kudrytskyi, capo di Ukrenergo, l’operatore statale della rete elettrica, ha definito “colossali” i danni al sistema elettrico. I russi, ha detto, stavano prendendo di mira principalmente le sottostazioni, i nodi sulla rete elettrica dove la corrente viene reindirizzata dalle centrali elettriche. I componenti principali di queste sottostazioni sono gli autotrasformatori, “apparecchiature ad alta tecnologia e ad alto costo” difficili da sostituire.

Per la verità sono mesi che tutte l’occidente complessivo sta cercando di supportare l’Ucraina cercando in ogni dove nuovi autotrasformatori, persino in estremo oriente, ma a parte la difficoltà di trovarli, trasportarli e metterli in opera, qualsiasi tentativo di riparare la rete è lento e risulta inutile se essa continua ad essere attaccata., causando disagi enormi anche perché senza elettricità non funzionano nemmeno gli impianti idrici delle città mentre altre fonti energetiche sono in crisi compreso il gas che Gazprom fa ancora passare attraverso l’Ucraina verso l’Europa, ma il cui flusso sarò diminuito a causa dei furti ucraini, una piaga che peraltro si è aperta all’indomani di piazza Maidan. In un certo senso questo è il contrappasso per la distruzione della rete elettrica del Donbass avvenuta per mano dell’esercito ucraini nel 2014 – 2015 , cosa della quale naturalmente non si è parlato in occidente. Questo avviene dopo due settimane di giubilo per la “ritirata russa” che peraltro ha già prodotto i suoi effetti spezzando tutti gli attacchi Nato e prendendoli in una morsa tra artiglieria e aviazione. Ma in realtà non c’è più alcun coordinamento tra grandi formazioni: le unità che attaccano ora sono a livello di reparto o addirittura di plotone che vengono regolarmente annientate Se moltiplichiamo queste azioni per tutto il fronte dove avvengono spesso a decine in una giornata si può capire quale sia il logoramento per le truppe ucraine le quali vengono inutilmente sacrificate senza alcuna ragione se non confermare l’esistenza in vita della guerra e permettere a qualche idiota nelle redazioni dei giornali o delle televisioni di continuare a dire che l’Ucraina sta vincendo..

In realtà un paese che sta diventando “inabitabile” ha poche possibilità di intraprendere e vincere una guerra perché quando non ci sono trasporti, elettricità, calore e comunicazioni, tutto diventa incredibilmente difficile. E’ dunque possibile che il biblico afflusso di rifugiati che vi sarà a causa di tutto questo aumenterà la pressione sull’occidente per spingere l’Ucraina a negoziare la pace con la Russia. Non c’è altra via d’uscita con buona pace per il Parlamento europeo, organo del tutto inutile, il quale in un accesso di stupidità particolarmente acuto ha dichiarato la Russia “Paese sponsor del terrorismo”. Ma si tratta solo di parole che tentano di sostituirsi alla realtà e su tutta questa merda narrativa è arrivato la bomba di Boris Johnson il quale ha dichiarato che “Tutta l’Europa desiderava che l’Ucraina cadesse rapidamente. Ma non potevo dirlo” . Del resto sappiamo che la guerra la vuole qualcun altro che si nasconde dietro la faccia di Biden e che andrò avanti fino che potrà e dunque non possiamo attenderci altro che un esodo verso ovest. Non si fermeranno perché gli autori di questa guerra non hanno nulla da perdere e tutto da guadagnare dal massacro: sono solo le popolazioni che possono fermarli abbattendo i governo fantoccio e gridare finalmente ciò che essi non possono dire.

ILSIMPLICISSIMUS

24 nov.2022

V

Irina Matvienko

LA GUERRA CON LA NATO DETERMINA L'IDEA NAZIONALE RUSSA E FA UNIRE LE PERSONE SEMPRE DI PIÙ.

Proprio oggi il ministro degli esteri russo Lavrov ha detto ufficialmente che gli Usa e gli altri Paesi della Nato sono direttamente coinvolti nella guerra in Ucraina, cosa che era stata accennata in passato, ma non in maniera così chiara. E questa – al di là delle implicazioni belliche che possono essere molte e molto diverse tra di loro – è in ogni caso una gran brutta notizia per l’Europa che non potrà più sperare che ogni cosa torni come prima, anche in caso di pace. Una simile dichiarazione ha infatti un retroterra che è in definitiva la rinascita produttiva, ideativa e industriale della Russia. Quando iniziò l’operazione militare in Ucraina ci fu chi era sicuro che la popolazione russa si sarebbe ribellata per la mancanza di McDonald e di altre orrende imitazioni americane della vita reale, dalla pizza al caffè. Era ovviamente una cretinata in tutto e peer tutto degna della qualità dell’informazione ( si fa per dire) occidentale. Ma siccome alla fine anche al più stupido dei narratori pareva davvero poco ci si aggiunse che i russi avrebbero dovuto far a meno di turi i prodotti occidentali, dalle auto agli aerei, e questo sarebbe stato davvero troppo, soprattutto se collegato alle strida delle innumerevoli ong occidentali che si sono installate in Russia e degli oligarchi che sfruttavano le ricchezze del Paese per fare soldi a palate in occidente. Naturalmente questi narratori non avevano capito proprio nulla e cioè che l’aver costretto i russi a scendere in campo militarmente avrebbe completamente cambiato le carte in tavola e trasformato in un vantaggio strategico quello che pareva un colpo mortale.

Le sanzioni inflitte illegalmente dall’occidente della “regole” poiché solo l’Onu potrebbe comminarle, hanno prodotto un miracolo al posto della tempesta: solo alcune deviazioni ben scelte dall’ortodossia economica occidentale hanno reso il rublo la valuta più forte del mondo, hanno permesso alla Russia di guadagnare maggiori entrate dall’esportazione esportando meno petrolio, gas e carbone, e hanno permesso di portare l’inflazione quasi a zero. Ma in tutta l’economia del Paese si sono avuti cambiamenti enormi: con il blocco dell’espatrio dei dividendi le società straniere hanno venduto le loro attività russe, subendo un’enorme perdita e privandosi dell’accesso al mercato russo. Ad esempio, all’inizio del 2022, le case automobilistiche occidentali possedevano un’ampia quota del mercato russo. Molte delle auto vendute erano state assemblate in Russia in stabilimenti di proprietà straniera e i profitti derivanti da queste vendite erano ovviamente portati altrove. Ora, meno di un anno dopo, le case automobilistiche europee e americane sono praticamente scomparse dalla Russia, sostituite da un’industria automobilistica domestica rapidamente rinata e che comincia a sfornare nuovi modelli, le marche cinesi si sono immediatamente conquistate un’ampia quota di mercato, mentre la Corea del Sud ha continuato a commerciare con la Russia e ha mantenuto i suoi livelli di vendita. Questo significa che anche se domani la guerra finisse e le sanzioni venissero tolte ormai quel mercato è perso e anzi potrebbe anche darsi che le auto russe possano guadagnarsi una loro quota sul mercato europeo.

La stessa cosa accade per l’industria aeronautica, un campo dove l’industria russa è molto avanzata, ma veniva limitata dalla possibilità di noleggiare aerei Boeing o Airbus: dopo l’inizio delle operazioni militari i politici occidentali hanno chiesto la rescissione di questi contratti di locazione e la restituzione dell’aereo ai proprietari, trascurando di tener conto del fatto che ciò sarebbe stato rovinoso dal punto di vista finanziario (intasando il mercato degli aerei usati per gli anni a venire e distruggendo la domanda per i nuovi aeromobili) e che di certo comunque non potevano andarsi a riprendersi materialmente gli aerei. In risposta, le compagnie aeree russe hanno nazionalizzato il registro degli aeromobili, hanno smesso di volare verso destinazioni ostili dove i loro aerei potrebbero essere sequestrati e hanno iniziato a pagare il leasing in rubli su conti speciali presso la banca centrale russa. e poi è arrivata la notizia che Aeroflot sta pianificando l’acquisto entro il 2030 di 300 aerei di linea nuovi e tutti di costruzione russa (МС-21, SSJ-100 e Tu-214). c’è stata inoltre un’immediata e forte reazione per sostituire le componenti generalmente acquistate in occidente – come i compositi per l’ala in fibra di carbonio dell’MC-21 e i motori a reazione, l’avionica e via dicendo, per cui non si è affatto verificato il blocco del traffico aereo che gli occidentali si aspettavano a breve. E anche questo è un mercato ormai già perso. Per giunta qualche idiota dalle parti di Bruxelles dove una tale genia abbonda e soffoca ogni forma di vita intelligente ha pensato bene di chiudere il proprio spazio aereo, provocando un’identica misura da parte russa: la differenza sta nel fatto che l’Europa è piccola e facile da aggirare mentre la Russia è enorme e per traversarla tutta ci vuole un’intera giornata di volo. Le compagnie aeree europee hanno improvvisamente scoperto di non poter competere sulle rotte verso il Giappone, la Cina o la Corea.

Si supponeva che le sanzioni avessero rapidamente distrutto l’economia russa e causato così tanti sconvolgimenti e sofferenze sociali che la gente si sarebbe radunata sulla Piazza Rossa e avrebbe rovesciato il temibile dittatore Putin (o almeno così pensavano gli esperti di politica estera occidentale). Invece è successo che la vera vittima di tutto questo è l’Europa dove ben presto si comincerà a vedere gente in piazza a chiedere di farla finita con le sanzioni e con l’impossibile sostengo all’Ucraina che si nutre peraltro di 100 morti al giorno. Solo che sarà troppo tardi: a questo punto la Russia sta sfruttando le sanzioni come un’opportunità per ricostruire la sua industria nazionale e riorientare il suo commercio lontano dalle nazioni ostili e verso Paesi amici e sta anche cercando di tenersi lontano dalle valute tossiche, ovvero dollaro ed euro. La convinzione di poter fare ciò che si vuole e di poter tornare allo stadio precedente caso mai qualcosa non vada come si era previsto, sta per essere smascherata come l’ultimo e pervicace residuo di un passato che non potrà tornare.

ILSIMPLICISSIMUS 2022-12-04

 


Irina Matvienko

L’OCCIDENTE è UNA BANDA DI GANSTER senza regole e per giunta senza testa che agisce come una specie di dinosauro che ha il cervello nella coda: dopo aver passato un anno a dire che i russi stavano esaurendo le munizioni ecco che è la Nato ad aver esaurito le granate da 155 millimetri, il suo standard, per cui adesso verranno fornite all’Ucraina munizioni a grappolo dello stesso calibro. Si tratta di ordigni che, quando esplodono in aria, rilasciano tutt’intorno piccole munizioni esplosive, progettate per esplodere quando colpiscono il suolo. Tuttavia queste piccole bombe contenute nel proiettile principale non sempre esplodono, il 40 per cento di esse rimane intatta e costituisce una insidiosa minaccia negli gli anni a venire per la popolazione civile. In Afghanistan per esempio si stanno ancora bonificando aree dove gli Usa hanno usato queste armi, ma addirittura se ne trovano ancora in Cambogia e Laos. Proprio per questo nel 2008 164 Paesi hanno firmato una convenzione per la messa al bando di questa armi e che ne vieta persino la produzione e lo stoccaggio e due anni dopo nel 2010 è stata siglata la convenzione Onu che mette al bando queste armi .

Non sorprenderà sapere che uno dei Paesi firmatari della convenzione del 2008 sono proprio gli Usa che comunque producono e hanno in arsenale queste armi dimostrando ancora una volta di essere degli inaffidabili bugiardi, come del resto accade per le armi chimiche, anch’esse vietate da altre da altre convenzioni e che gli Usa avrebbero dovuto distruggere da anni, ma che invece conservano gelosamente, salvo poi avvisare tutti che non si azzardino ad usare armi chimiche. E’ dai loro arsenali che arrivano i gas che servono per le operazioni di falsa bandiera. Questa sarebbe l’alleanza delle regole. Naturalmente questa decisione di Washington viene coperta dalla solita menzogna del tutto fantasiosa e mai espressa prima che anche i russi hanno usato queste munizioni. Prove? Come al solito zero, pura merda di giornale. Ed in fondo proprio questo il problema: il corto circuito tra media e potere provoca di fatto l’immersione totale in una narrazione totalmente al di fuori della realtà. Per cui anche a Washington, dove sarebbe più importante avere una visione lucida delle cose, ci sono frotte di cretini bipartisan che davvero credono che l’Ucraina stia vincendo contro qualunque evidenza. Persino gli esperti di cose militari disposti a forzare la realtà, ormai si sono rassegnati a dare l’Ucraina per persa. Se si pensa al ruolo che l’informazione ebbe durante la guerra del Vietnam nello svolgere un ruolo fondamentale nel sensibilizzare l’opinione pubblica americana sull’inutilità della guerra, si comprende bene l’estremo degrado della situazione di oggi.

Sul piano militare l’adizione di questo tipo di proiettili non dovrebbe portare particolati vantaggi , tanto più che a questo punto i russi potrebbero ricominciare a produrre queste armi e usarle per rendere l’Ucraina un campo minato, per la gioia di BlackRock che si intestato di fatto la proprietà del Paese, ma soprattutto potrebbero intraprendere azioni contro i Global Hawk, gli aerei radar che operano ai confini dello spazio aereo russo e che hanno spianato la strada agli attacchi terroristici contro il territorio russo: finora Putin non li ha toccati, ma visto che le regole e le convenzioni sono tutte saltate anche l’azione contro gli aerei spia può essere contemplato. Purtroppo dentro l’alleanza rimane un’atmosfera da choc: erano tutti così sicuri di spuntarla in poco tempo con Mosca che non hanno nemmeno pensato a un piano B: così agiscono alla giornata, come viene, all’impronta, ma senza alcuna visione se non quella miserabile di non voler ammettere la sconfitta. La situazione è tale che persino il settimanale Newsweek accenna al grossolano inganno costruito da Biden secondo il quale gli americani non entrano direttamente nel conflitto fingendo assurdamente che il personale militare statunitense che di fatto usa buona parte del materiale americano, non sia in Ucraina e che Washington non stia dirigendo una guerra contro la Russia. Quindi sono del tutto ignari che le truppe Usa potrebbero essere direttamente investite dal conflitto e trovarsi in prima linea.

IL SIMPLICISSIMUS 2023 07 14

 

 

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