I
11 tim · 2022-06-10
SPECCHIO PER L'UMANITA
Leggere le cronache occidentali sulla guerra in Ucraina non è soltanto immergersi in un inestricabile dedalo di menzogne e di pure invenzioni, è sostanzialmente un’antologia della stupidità occidentale, di cui quella europea è una sottospecie ancora più pericolosa: l’idiozia dell’occidente consiste nel credere alle sue stesse favole, ovvero alla propria onnipotenza che hanno impedito di comprendere il ruolo economico della Russia , mentre quella europea ci aggiunge anche l’aver entusiasticamente aderito a questo errore senza comprenderne le conseguenze e senza capire di stare offrendo il petto alle folli distopie di Washington che vorrebbe mantenere il dominio assoluto sul mondo. Ovvero qualcosa contro cui dovrebbe essere la stessa Europa se non fosse stata sottoposta a una massiccia iniezione di quinte colonne, rese possibili anche dai meccanismi della Ue che non hanno alcun rapporto col consenso dei cittadini. Scrive Wolfgang Münchau,, ex editorialista del Financial Times e uno degli analisti economici più quotati: “Le sanzioni occidentali si basavano su una premessa formalmente corretta ma fuorviante, che io stesso credevo almeno fino a un certo punto: che la Russia dipende più da noi di quanto lo siamo noi dalla Russia. La Russia ha più grano di quanto può mangiare e più petrolio di quanto può bruciare. La Russia è un fornitore di materie prime primarie e secondarie, da cui il mondo è diventato dipendente. Petrolio e gas sono le maggiori fonti di entrate delle esportazioni russe, ma la nostra dipendenza è più acuta in altri settori: cibo, metalli rari e terre rare. La Russia non è un monopolista in nessuna di queste categorie. Ma quando i maggiori esportatori di tali merci scompaiono, il resto del mondo sperimenta carenze fisiche e prezzi in aumento”
Come è possibile che decine di governi, a parte Bruxelles non ci abbiano pensato o che comunque non abbiamo letto le previsioni e gli scenari che erano disponibili? Forse pensavano che sarebbe stato sufficiente demonizzare Putin per una settimana e ottenerne la resa? a questi sciocchi Münchau suggerisce una soluzione che tuttavia rimane rimane di fatto impraticabile: egli dice che è inutile chiudere la porta della stalla nel momento in cui i buoi sono scappati, ma bisognerebbe offrire qualcosa per indurli a tornare: “A meno che non raggiungiamo un accordo con Putin, con la rimozione delle sanzioni, vedo il pericolo che il mondo diventi soggetto a due blocchi commerciali: l’Occidente e il resto. Le catene di approvvigionamento saranno riorganizzate per rimanere al loro interno: l’energia, il grano, i metalli e le terre rare della Russia saranno ancora consumati, ma non qui. Non sono sicuro che l’Occidente sia pronto ad affrontare le conseguenze delle sue azioni: inflazione persistente, riduzione della produzione industriale, crescita più bassa e maggiore disoccupazione. Per me, le sanzioni economiche sembrano l’ultimo evviva di un concetto disfunzionale noto come l’Occidente. La guerra in Ucraina è un catalizzatore di una massiccia deglobalizzazione” Però chi dovrebbe e potrebbe proporre un qualche accordo per evitare il suicidio europeo, visto che l’anglosfera è decisa a continuare la guerra? Evidentemente dopo aver scioccamente aderito alle distopie Usa, avendo tutte le possibilità di pervenire ad altri esiti, adesso è quasi impossibile raggiungere un accordo con Putin, specie dopo aver alimentato non solo un gigantesco flusso di armi, ma anche un miserabile russofobia i cui caratteri seguono da vicino l’ignoranza totale di cui fanno sfoggio le lobby politiche messe in piedi da Washington e concepite a sua immagine. Oltretutto il fato che il malvagio Putin non sia stato ancora sconfitto dall’invincibile occidente e stia letteralmente triturando un complesso militare messo in piedi in anni e anni di invio di armi e di costruzione di fortificazioni, ottiene l’effetto di unire alla demonizzazione anche un sempre maggiore senso di impotenza nei confronti del cattivo. Se tutto è colpa di Putin allora chi è davvero onnipotente è lui.
Il fatto è che si è andati troppo oltre e si continua ad alimentare la guerra perché un gruppo di idioti pensa che questo indebolirà la Russia, mentre in realtà la rafforza permettendo di mettere a punto nuovi sistema d’arma e di migliorare quelli esistenti, di accelerare la messa in linea di nuovi armamenti, di nuove tattiche. Tra un po’ all’inizio dell’autunno è probabile che Mosca tagli qualsiasi tipo di esportazione verso l’Europa e a quel punto la verità non potrà più essere controllata dall’informazione perché la carenza e il disagio economico diventeranno la realtà quotidiana. E a quel punto forse qualcuno comincerà a vedere che qui non si tratta affatto della guerra tra Russia e Ucraina e nemmeno della guerra per procura tra Russia e Nato, ma di una sorta di guerra civile planetaria, dove si confrontano magmaticamente entità economiche, grandi nazioni, visioni differenti della vita sociale. Che forse anche noi come gli ucraini siamo in qualche modo carne da cannone è che il malvagio Putin lo è molto meno del tuo presidente del consiglio.
ILSIMPLICISSIMUS
II
2022-06-17
IL NUOVO G8 CHE NASCE A SAN PIETROBURGO.
Probabilmente non c’è nulla che possa sconcertare l’occidente più di un congresso economico che si svolge ad di fuori di esso e dei suoi tentacoli nella convinzione che l’economia è da sempre e per sempre “Cosa nostra”. Ecco perché i media mainstream occidentali, salvo pochissime eccezioni, non parlano del forum economico di San Pietroburgo in pieno svolgimento o ne parlano male con tutta la infinita banalità e stupidità di cui sono capaci. Ma vi partecipano Paesi che rappresentano la maggioranza dell’ecumene umano e della manifattura planetaria. Tanto che Il relatore della Duma, Vyacheslav Volodin, ha definito il mondo multipolare emergente il nuovo G8 che riunisce i paesi “che desiderano costruire un dialogo equo e relazioni reciprocamente vantaggiose” e che sono stati spinti dal comportamento degli Stati Uniti a cercare di approfondire le relazioni tra di loro. Inutile dire che questo nuovo G8 rappresenta un pil a parità di acquisto del 24 per cento superiore a quello del G7 occidentale: una differenza che si va approfondendo man mano che l’impero si avvicina all’orlo del collasso.
Ma la forza vera di questo nuovo mondo è stato definito da Sergei Fedorov:, membro dell’accademia russa delle scienze in questo modo: “Il nuovo G8 “non impone nulla a nessuno, ma cerca di trovare soluzioni comuni”. Così Russia, Cina e India, con Indonesia, Iran, Messico e Turchia. assieme ad altri Paesi che hanno chiesto di aggregarsi come l’Argentina cercheranno di agire in armonia, invece che sotto il ricatto continuo e la dittatura di Fmi e Banca mondiale come avviene da quasi mezzo secolo a questa parte, un sistema che sta diventando intollerabile. La creazione del nuovo G8 e la sua intersezione con Brics porterà Pechino a potenziare quella che è già stata concettualizzata da Cheng Yawen, dell’Istituto di relazioni internazionali dell’università di Shanghai come la strategia dei Tre Anelli che dovrebbe consentire alla Cina di opporsi alla guerra commerciale scatenata contro di essa dall’impero delle menzogne, Il primo anello è costituito dai paesi vicini alla Cina in Asia orientale, Asia centrale e Medio Oriente; il secondo dai paesi in via di sviluppo in Asia, Africa e America Latina e il terzo si estende ai tradizionali paesi industrializzati, principalmente all’ Europa e agli stessi Stati Uniti. Nella sostanza si tratta di creare una profonda integrazione con il cosiddetto Sud del mondo che tuttavia dal 1980 ad ogi ha praticamente raddoppiato il suo pil dal 21 al 42 per cento del totale. Eppure gli attuali flussi commerciali e gli investimenti reciproci dei paesi in via di sviluppo dipendono ancora fortemente dalle istituzioni e dalle reti finanziarie e monetarie controllate dall’Occidente. Per spezzare la loro dipendenza dall’Occidente e rafforzare ulteriormente l’autonomia economica e politica, dovrebbero essere costruiti una più ampia cooperazione finanziaria e monetaria e nuovi strumenti di collaborazione.
E’ fin troppo chiaro che gli Usa non staranno a guardare e cercheranno di mettere in ogni modo i bastoni tra le ruote alla Cina spalleggiata dalla Russia, nonostante il tentativo di suturare la via della seta con le guerre in Libia, Sira, Afghanistan, Jugoslavia e Iraq, ed è per questo che il “nuovo G8” diventerà essenziale come fermo per questo anelli. Intanto per stabilizzare gli “stan” dell’Asia centrale, cosa che interessa anche alla Russia, per farne delle tappe della via della seta via terra. E in questo quadro si va già costruendo un gasdotto Cina – Asia centrale che collegherà i giacimenti di gas del Turkmenistan allo Xinjiang attraverso l’Uzbekistan, il Tagikistan e il Kirghizistan. Su questa stessa linea geografica si affiancherà una ferrovia ad alta capacità lunga più o meno 600 chilometri e facilmente collegabile con le linee russe. Tutto questo nell’ attuale scenario geopolitico dominato dalla guerra in Ucraina è come una bomba perché vi aggiunge il peso delle nuove logiche economiche. E non è forse un caso se proprio al forum di San Pietroburgo si è detto esplicitamente ciò che era implicito, ovvero che l’invio di armi al regime di Kiev costringerò Mosca a non fermarsi. vuoi cedere che mandare armi non significa pace come ha detto un volgare cretino nostrano, ma ancora più guerra?
IL SIMPLICISSIMUS
III
Probabilmente il conflitto in Ucraina è quello dove l’informazione occidentale è riuscita a dare il meglio si sé e a superare il record di menzogna e stupidità raggiunto con la pandemia. Basti pensare che la quasi totalità dei giornali e delle televisioni occidentali sostiene che siano i russi – che l’hanno conquistata e la controllano -a bombardare la centrale nucleare di Zaporozhye. L’assurdo dei russi che bombardano se stessi è veramente l’apice della menzogna e della stupidità di chi da ancora credito alle più stravaganti bugie dimostrando che la credulità confina con la mala fede. Con la guerra ucraina Washington ovvero la cupola che vi comanda ha provveduto per tempo a immettere anche nel web un nutrito esercito di cazzari a pagamento che “controllano le notizie”- Facebook è in prima linea a cercare di fermare la “disinformazione” o meglio l’informazione vera, ma non allineata e così si appoggia ad alcune organizzazioni di controllori dei fatti: StopFake, VoxCheck, Fact Check Georgia, Demagog, Myth Detector, Lead Stories, Patikrinta 15min, Re:Baltica e Delfi: “per frenare la diffusione della disinformazione e fornire agli utenti informazioni più affidabili, stiamo lavorando con fact-checker indipendenti in tutto il mondo. I fact-checker indipendenti di Facebook sono tutti certificati dall’International Fact-Checking Network (Ifcn).
Immagino che siano proprio molto affidabili perché questa Ifcn è una sussidiaria dell’organizzazione di ricerca giornalistica “Poynter Institute” che viene finanziato dal famigerato National Endowment for Democracy ( Ned) che è uno dei principale strumenti con cui Washington e la Cia seminano il caos nel mondo. Per giunta tutte i gruppi di fact checker citatt sono tutti finanziati da organizzazioni che dipendono direttamente sia dal governo Usa oppure da entità riferibili alla Nato. In un certo senso il più noto, il più grande e il più combattiveo di questi gruppi che Facebook e altri social hanno scelto per il controllo delle notizie, ovvero Stop Fake è stato proprio istituito dall’alleanza Atlantica in maniera specifica per il controllo delle notizie dall’Ucraina all’indomani del 2014 per evitare che il regime di Kiev apparisse come apertamente nazista e xenofobo. Benché la pagina del sito non parli direttamente di questo appoggio rivela però quanto basta per screditarlo come strumento di informazione: infatti dice di lavorare grazie all’appoggio finanziario della Fondazione internazionale Rinascimento che per chi non lo sappia è una ong ucraina fondata nel 1990 come una costola della Open Society di Soros e viene in gran parte finanziata dal governo degli Stati Uniti attraverso il Ned: è stata uno dei canali attraverso cui è stato organizzato Maidan. Inoltre si rivela che contribuiscono anche l’Ambasciata del Regno Unito in Ucraina, il ministero degli esteri britannico, il Ministero degli Esteri ceco. Per non parlare di altro e non dilungarsi su una serie di ambigui personaggi che fanno parte della macchina di scena occidentale.
IV
OLLE NARRATIVA: UCRAINA SENZA PIÙ ELETTRICITÀ "MA STA VICENDO...."
E adesso? Ieri la Russia con alcuni colpi ben assestati ha di fatto disattivato il sistema elettrico dell’Ucraina: i precedenti attacchi avevano limitato la capacità di distribuzione a circa il 50% della domanda e i blackout controllati avevano permesso di fornire energia elettrica per alcune ore alla maggior parte del Paese. L’attacco di ieri ha creato un problema molto più grande perché non sono state attaccate solo le reti di distribuzione, ma anche gli elementi che collegano gli impianti di produzione di energia elettrica dell’Ucraina alla rete di distribuzione. Tutte e quattro le centrali nucleari dell’Ucraina con i loro 15 reattori sono ora in modalità di spegnimento. Martedì, durante un briefing per i giornalisti, ancor prima dell’ultima raffica di missili ad alta precisione e droni , Volodymyr Kudrytskyi, capo di Ukrenergo, l’operatore statale della rete elettrica, ha definito “colossali” i danni al sistema elettrico. I russi, ha detto, stavano prendendo di mira principalmente le sottostazioni, i nodi sulla rete elettrica dove la corrente viene reindirizzata dalle centrali elettriche. I componenti principali di queste sottostazioni sono gli autotrasformatori, “apparecchiature ad alta tecnologia e ad alto costo” difficili da sostituire.
Per la verità sono mesi che tutte l’occidente complessivo sta cercando di supportare l’Ucraina cercando in ogni dove nuovi autotrasformatori, persino in estremo oriente, ma a parte la difficoltà di trovarli, trasportarli e metterli in opera, qualsiasi tentativo di riparare la rete è lento e risulta inutile se essa continua ad essere attaccata., causando disagi enormi anche perché senza elettricità non funzionano nemmeno gli impianti idrici delle città mentre altre fonti energetiche sono in crisi compreso il gas che Gazprom fa ancora passare attraverso l’Ucraina verso l’Europa, ma il cui flusso sarò diminuito a causa dei furti ucraini, una piaga che peraltro si è aperta all’indomani di piazza Maidan. In un certo senso questo è il contrappasso per la distruzione della rete elettrica del Donbass avvenuta per mano dell’esercito ucraini nel 2014 – 2015 , cosa della quale naturalmente non si è parlato in occidente. Questo avviene dopo due settimane di giubilo per la “ritirata russa” che peraltro ha già prodotto i suoi effetti spezzando tutti gli attacchi Nato e prendendoli in una morsa tra artiglieria e aviazione. Ma in realtà non c’è più alcun coordinamento tra grandi formazioni: le unità che attaccano ora sono a livello di reparto o addirittura di plotone che vengono regolarmente annientate Se moltiplichiamo queste azioni per tutto il fronte dove avvengono spesso a decine in una giornata si può capire quale sia il logoramento per le truppe ucraine le quali vengono inutilmente sacrificate senza alcuna ragione se non confermare l’esistenza in vita della guerra e permettere a qualche idiota nelle redazioni dei giornali o delle televisioni di continuare a dire che l’Ucraina sta vincendo..
In realtà un paese che sta diventando “inabitabile” ha poche possibilità di intraprendere e vincere una guerra perché quando non ci sono trasporti, elettricità, calore e comunicazioni, tutto diventa incredibilmente difficile. E’ dunque possibile che il biblico afflusso di rifugiati che vi sarà a causa di tutto questo aumenterà la pressione sull’occidente per spingere l’Ucraina a negoziare la pace con la Russia. Non c’è altra via d’uscita con buona pace per il Parlamento europeo, organo del tutto inutile, il quale in un accesso di stupidità particolarmente acuto ha dichiarato la Russia “Paese sponsor del terrorismo”. Ma si tratta solo di parole che tentano di sostituirsi alla realtà e su tutta questa merda narrativa è arrivato la bomba di Boris Johnson il quale ha dichiarato che “Tutta l’Europa desiderava che l’Ucraina cadesse rapidamente. Ma non potevo dirlo” . Del resto sappiamo che la guerra la vuole qualcun altro che si nasconde dietro la faccia di Biden e che andrò avanti fino che potrà e dunque non possiamo attenderci altro che un esodo verso ovest. Non si fermeranno perché gli autori di questa guerra non hanno nulla da perdere e tutto da guadagnare dal massacro: sono solo le popolazioni che possono fermarli abbattendo i governo fantoccio e gridare finalmente ciò che essi non possono dire.
ILSIMPLICISSIMUS
24 nov.2022
V
LA GUERRA
CON LA NATO DETERMINA L'IDEA NAZIONALE RUSSA
E FA UNIRE LE PERSONE SEMPRE DI PIÙ. Proprio oggi
il ministro degli esteri russo Lavrov ha
detto ufficialmente che gli Usa e gli altri
Paesi della Nato sono direttamente coinvolti
nella guerra in Ucraina, cosa che era stata
accennata in passato, ma non in maniera così
chiara. E questa – al di là delle
implicazioni belliche che possono essere
molte e molto diverse tra di loro – è in
ogni caso una gran brutta notizia per
l’Europa che non potrà più sperare che ogni
cosa torni come prima, anche in caso di
pace. Una simile dichiarazione ha infatti un
retroterra che è in definitiva la rinascita
produttiva, ideativa e industriale della
Russia. Quando iniziò l’operazione militare
in Ucraina ci fu chi era sicuro che la
popolazione russa si sarebbe ribellata per
la mancanza di McDonald e di altre orrende
imitazioni americane della vita reale, dalla
pizza al caffè. Era ovviamente una cretinata
in tutto e peer tutto degna della qualità
dell’informazione ( si fa per dire)
occidentale. Ma siccome alla fine anche al
più stupido dei narratori pareva davvero
poco ci si aggiunse che i russi avrebbero
dovuto far a meno di turi i prodotti
occidentali, dalle auto agli aerei, e questo
sarebbe stato davvero troppo, soprattutto se
collegato alle strida delle innumerevoli ong
occidentali che si sono installate in Russia
e degli oligarchi che sfruttavano le
ricchezze del Paese per fare soldi a palate
in occidente. Naturalmente questi narratori
non avevano capito proprio nulla e cioè che
l’aver costretto i russi a scendere in campo
militarmente avrebbe completamente cambiato
le carte in tavola e trasformato in un
vantaggio strategico quello che pareva un
colpo mortale.
Le sanzioni
inflitte illegalmente dall’occidente della
“regole” poiché solo l’Onu potrebbe
comminarle, hanno prodotto un miracolo al
posto della tempesta: solo alcune deviazioni
ben scelte dall’ortodossia economica
occidentale hanno reso il rublo la valuta
più forte del mondo, hanno permesso alla
Russia di guadagnare maggiori entrate
dall’esportazione esportando meno petrolio,
gas e carbone, e hanno permesso di portare
l’inflazione quasi a zero. Ma in tutta
l’economia del Paese si sono avuti
cambiamenti enormi: con il blocco
dell’espatrio dei dividendi le società
straniere hanno venduto le loro attività
russe, subendo un’enorme perdita e
privandosi dell’accesso al mercato russo. Ad
esempio, all’inizio del 2022, le case
automobilistiche occidentali possedevano
un’ampia quota del mercato russo. Molte
delle auto vendute erano state assemblate in
Russia in stabilimenti di proprietà
straniera e i profitti derivanti da queste
vendite erano ovviamente portati altrove.
Ora, meno di un anno dopo, le case
automobilistiche europee e americane sono
praticamente scomparse dalla Russia,
sostituite da un’industria automobilistica
domestica rapidamente rinata e che comincia
a sfornare nuovi modelli, le marche cinesi
si sono immediatamente conquistate un’ampia
quota di mercato, mentre la Corea del Sud ha
continuato a commerciare con la Russia e ha
mantenuto i suoi livelli di vendita. Questo
significa che anche se domani la guerra
finisse e le sanzioni venissero tolte ormai
quel mercato è perso e anzi potrebbe anche
darsi che le auto russe possano guadagnarsi
una loro quota sul mercato europeo.
La stessa
cosa accade per l’industria aeronautica, un
campo dove l’industria russa è molto
avanzata, ma veniva limitata dalla
possibilità di noleggiare aerei Boeing o
Airbus: dopo l’inizio delle operazioni
militari i politici occidentali hanno
chiesto la rescissione di questi contratti
di locazione e la restituzione dell’aereo ai
proprietari, trascurando di tener conto del
fatto che ciò sarebbe stato rovinoso dal
punto di vista finanziario (intasando il
mercato degli aerei usati per gli anni a
venire e distruggendo la domanda per i nuovi
aeromobili) e che di certo comunque non
potevano andarsi a riprendersi materialmente
gli aerei. In risposta, le compagnie aeree
russe hanno nazionalizzato il registro degli
aeromobili, hanno smesso di volare verso
destinazioni ostili dove i loro aerei
potrebbero essere sequestrati e hanno
iniziato a pagare il leasing in rubli su
conti speciali presso la banca centrale
russa. e poi è arrivata la notizia che
Aeroflot sta pianificando l’acquisto entro
il 2030 di 300 aerei di linea nuovi e tutti
di costruzione russa (МС-21, SSJ-100 e
Tu-214). c’è stata inoltre un’immediata e
forte reazione per sostituire le componenti
generalmente acquistate in occidente – come
i compositi per l’ala in fibra di carbonio
dell’MC-21 e i motori a reazione, l’avionica
e via dicendo, per cui non si è affatto
verificato il blocco del traffico aereo che
gli occidentali si aspettavano a breve. E
anche questo è un mercato ormai già perso.
Per giunta qualche idiota dalle parti di
Bruxelles dove una tale genia abbonda e
soffoca ogni forma di vita intelligente ha
pensato bene di chiudere il proprio spazio
aereo, provocando un’identica misura da
parte russa: la differenza sta nel fatto che
l’Europa è piccola e facile da aggirare
mentre la Russia è enorme e per traversarla
tutta ci vuole un’intera giornata di volo.
Le compagnie aeree europee hanno
improvvisamente scoperto di non poter
competere sulle rotte verso il Giappone, la
Cina o la Corea.
Si
supponeva che le sanzioni avessero
rapidamente distrutto l’economia russa e
causato così tanti sconvolgimenti e
sofferenze sociali che la gente si sarebbe
radunata sulla Piazza Rossa e avrebbe
rovesciato il temibile dittatore Putin (o
almeno così pensavano gli esperti di
politica estera occidentale). Invece è
successo che la vera vittima di tutto questo
è l’Europa dove ben presto si comincerà a
vedere gente in piazza a chiedere di farla
finita con le sanzioni e con l’impossibile
sostengo all’Ucraina che si nutre peraltro
di 100 morti al giorno. Solo che sarà troppo
tardi: a questo punto la Russia sta
sfruttando le sanzioni come un’opportunità
per ricostruire la sua industria nazionale e
riorientare il suo commercio lontano dalle
nazioni ostili e verso Paesi amici e sta
anche cercando di tenersi lontano dalle
valute tossiche, ovvero dollaro ed euro. La
convinzione di poter fare ciò che si vuole e
di poter tornare allo stadio precedente caso
mai qualcosa non vada come si era previsto,
sta per essere smascherata come l’ultimo e
pervicace residuo di un passato che non
potrà tornare.
ILSIMPLICISSIMUS 2022-12-04
L’OCCIDENTE è UNA BANDA DI GANSTER senza
regole e per giunta senza testa che agisce
come una specie di dinosauro che ha il
cervello nella coda: dopo aver passato un
anno a dire che i russi stavano esaurendo le
munizioni ecco che è la Nato ad aver
esaurito le granate da 155 millimetri, il
suo standard, per cui adesso verranno
fornite all’Ucraina munizioni a grappolo
dello stesso calibro. Si tratta di ordigni
che, quando esplodono in aria, rilasciano
tutt’intorno piccole munizioni esplosive,
progettate per esplodere quando colpiscono
il suolo. Tuttavia queste piccole bombe
contenute nel proiettile principale non
sempre esplodono, il 40 per cento di esse
rimane intatta e costituisce una insidiosa
minaccia negli gli anni a venire per la
popolazione civile. In Afghanistan per
esempio si stanno ancora bonificando aree
dove gli Usa hanno usato queste armi, ma
addirittura se ne trovano ancora in Cambogia
e Laos. Proprio per questo nel 2008 164
Paesi hanno firmato una convenzione per la
messa al bando di questa armi e che ne vieta
persino la produzione e lo stoccaggio e due
anni dopo nel 2010 è stata siglata la
convenzione Onu che mette al bando queste
armi .
Non sorprenderà sapere che uno dei Paesi
firmatari della convenzione del 2008 sono
proprio gli Usa che comunque producono e
hanno in arsenale queste armi dimostrando
ancora una volta di essere degli
inaffidabili bugiardi, come del resto accade
per le armi chimiche, anch’esse vietate da
altre da altre convenzioni e che gli Usa
avrebbero dovuto distruggere da anni, ma che
invece conservano gelosamente, salvo poi
avvisare tutti che non si azzardino ad usare
armi chimiche. E’ dai loro arsenali che
arrivano i gas che servono per le operazioni
di falsa bandiera. Questa sarebbe l’alleanza
delle regole. Naturalmente questa decisione
di Washington viene coperta dalla solita
menzogna del tutto fantasiosa e mai espressa
prima che anche i russi hanno usato queste
munizioni. Prove? Come al solito zero, pura
merda di giornale. Ed in fondo proprio
questo il problema: il corto circuito tra
media e potere provoca di fatto l’immersione
totale in una narrazione totalmente al di
fuori della realtà. Per cui anche a
Washington, dove sarebbe più importante
avere una visione lucida delle cose, ci sono
frotte di cretini bipartisan che davvero
credono che l’Ucraina stia vincendo contro
qualunque evidenza. Persino gli esperti di
cose militari disposti a forzare la realtà,
ormai si sono rassegnati a dare l’Ucraina
per persa. Se si pensa al ruolo che
l’informazione ebbe durante la guerra del
Vietnam nello svolgere un ruolo fondamentale
nel sensibilizzare l’opinione pubblica
americana sull’inutilità della guerra, si
comprende bene l’estremo degrado della
situazione di oggi.
Sul piano militare l’adizione di questo tipo
di proiettili non dovrebbe portare
particolati vantaggi , tanto più che a
questo punto i russi potrebbero ricominciare
a produrre queste armi e usarle per rendere
l’Ucraina un campo minato, per la gioia di
BlackRock che si intestato di fatto la
proprietà del Paese, ma soprattutto
potrebbero intraprendere azioni contro i
Global Hawk, gli aerei radar che operano ai
confini dello spazio aereo russo e che hanno
spianato la strada agli attacchi
terroristici contro il territorio russo:
finora Putin non li ha toccati, ma visto che
le regole e le convenzioni sono tutte
saltate anche l’azione contro gli aerei spia
può essere contemplato. Purtroppo dentro
l’alleanza rimane un’atmosfera da choc:
erano tutti così sicuri di spuntarla in poco
tempo con Mosca che non hanno nemmeno
pensato a un piano B: così agiscono alla
giornata, come viene, all’impronta, ma senza
alcuna visione se non quella miserabile di
non voler ammettere la sconfitta. La
situazione è tale che persino il settimanale
Newsweek accenna al grossolano inganno
costruito da Biden secondo il quale gli
americani non entrano direttamente nel
conflitto fingendo assurdamente che il
personale militare statunitense che di fatto
usa buona parte del materiale americano, non
sia in Ucraina e che Washington non stia
dirigendo una guerra contro la Russia.
Quindi sono del tutto ignari che le truppe
Usa potrebbero essere direttamente investite
dal conflitto e trovarsi in prima linea.
IL SIMPLICISSIMUS 2023 07 14
Tor Svärdtorp
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Irina Matvienko